Associazione Urologica per la Calcolosi Urinaria

La calcolosi urinaria è una malattia che colpisce buona parte degli esseri viventi ed in particolare l’uomo. Essa è conosciuta da sempre ma, attraverso i secoli, poco si è fatto per conoscere la sua patogenesi accentrandosi, nei ricercatori, l’interesse per la rimozione dall’organismo delle formazioni litiasiche nonché per la correzione dei quadri clinici da essa indotti.

In un momento in cui l’evoluzione delle conoscenze è divenuta veramente tumultuosa in tutti i campi della biologia, della chirurgia e della medicina clinica, abbiamo creduto che fosse giunto il momento di dedicare tutta la nostra attenzione alla soluzione dei numerosi problemi che la litiasi urinaria ancora oggi pone in modo pressante.
È questa la motivazione che ha spinto un gruppo di urologi a riunire, in una associazione, tutti coloro nei cui interessi scientifici la calcolosi dell’ apparato urinario occupava un considerevole spazio.

Si era negli anni novanta quando compare, tra le grandi attrezzature tecnologiche applicate alla medicina, il litotritore, una macchina cioè capace di frantumare la formazione litiasica formatasi nella via escretrice urinaria, rendendola spontaneamente e facilmente eliminabile dall’organismo senza ricorrere all’azione chirurgica. L’interesse di tutti gli urologi per questa attrezzatura fu enorme, sembrava che una oculata utilizzazione di essa, potesse risolvere definitivamente il problema della calcolosi urinaria.
Si senti subito la necessità di familiarizzare il più possibile e rapidamente con questa metodica di trattamento e nacque, in seno alla comunità urologica, il “Club della Litotrissia Extracorporea” siamo nel’anno 1997 ma bisogna giungere al 2000 perché il Club organizzi il suo primo congresso nazionale che si svolse a Napoli.
La partecipazione fu assai larga e le stesse imprese costruttrici chiesero ed ottennero uno spazio per discutere della tecnologia che stava alla base del litotritore.

Ben presto ci si accorse che al Club, così come era stato un po’ frettolosamente strutturato, gli erano stati attribuiti compiti istituzionali decisamente limitativi riguardo al grande campo di studio che la calcolosi urinaria richiedeva. Infatti, ancora una volta, l’attenzione degli operatori medici addetti ai lavori era rivolta al miglior modo per rimuovere le formazioni litiasiche dall’organismo senza preoccuparsi di evitarne la costituzione.
Si sentì dunque l’esigenza di ampliare la sfera di interessi del Club e, nel 2000, la dizione “Club della Litotrissia” fu modificata con “Club della Litiasi Urinaria” volendo con ciò interessarsi della malattia litiasica a tutto campo, chiamando anche a far parte del club componenti disciplinari diverse, in particolare, durante l’espletamento dei lavori congressuali o per l’attività di ricerca cui il Club ormai da tempo si dedicava.
Del tutto recentemente, al fine di dare ancora maggior chiarezza sui compiti istituzionale del club, alla dizione: “Club della Litiasi Urinaria” si è aggiunto, a circondare il suo logo, la dizione : “Associazione Urologica per la Calcolosi”.Logo Club della calcolosi urinaria.

Sono passati gli anni ed oggi l’attività del Club è diventata intensa e rivolta ai vari settori della conoscenza. Nella vita dell’Associazione infatti, all’attività congressuale, si associa un’intensa attività educazionale: sono ampi e continuativi i rapporti con la medicina di base. I medici di famiglia da una parte partecipano con i giovani urologi ad incontri nei quali si affrontano i problemi che la malattia litiasica pone dal punto di vista clinico e, dall’altra, ponendo a disposizione del Club l’enorme messe di informazioni derivante dalla loro professione, partecipano attivamente alla ricerca scientifica.
L’Associazione urologica per la calcolosi è oggi impegnata ad organizzare un gruppo di ricerca multidisciplinare nel quale affluiscano Urologi, Nefrologi, Medici di base nonché Nutrizionisti e Biologi così da affrontare la malattia litiasica in tutti i suoi aspetti ed in particolare attivare per essa la ricerca di base finalizzata alla conoscenza dei più intimi meccanismi che sono responsabili del suo manifestarsi.
È auspicabile che così facendo in un prossimo futuro, utilizzando il patrimonio delle conoscenze di così numerose discipline, sia possibile far luce sull’etiopatogenesi di una affezione che affligge da sempre l’umanità.